Tra le numerose specie floristiche che ho potuto rilevare nell’area della Certosa, è stato molto interessante notare l’enorme presenza di piante officinali e medicinali.
Per questo motivo ho potuto riservare un trattamento prioritario a queste essenze.

Erbe e Piante Officinali

L’uso delle erbe, non solo per l’alimentazione, ma per l’igiene del corpo e soprattutto per combattere le malattie, è vecchio quanto l’uomo (AAVV, 1989, 1991a; Banfi et al., 2003; Bernardo, 1995; Bown, 1999; Decò, 1987; Lodi, 2001; Mcvicar, 2003; Simonetti, 1997; Stary, 1987; Vètvicka, 1986).
Della fitoterapia rimangono tracce sicure nella preistoria: in cocci rinvenuti nelle palafitte dei laghi prealpini sono stati rinvenuti semi di biancospino, papavero, prugnolo, attestanti un interesse non esclusivamente edule (Hlava, 1987).

Documentazioni inconfutabili risalgono all’opera dell’imperatore cinese Chin-Nung, del terzo millennio Avanti Cristo, che cataloga 360 droghe vegetali; e nelle civiltà dei grandi fiumi, come attestano il papiro d’Ebers in Egitto, e le tavolette di argilla in caratteri cuneiformi della biblioteca di Ninive (Huxley, 1989).
In Grecia si ebbero le prime codificazioni di specie botaniche con Ippocrite di Coo, il padre della Medicina, e con l’Historia Plantarum di Teofrasto, discepolo di Aristotele, farmacista lui stesso.
A Roma, eminenti studiosi dei vegetali furono Dioscoride, con il trattato De Materia Medica, e il lariano Plinio il Vecchio, autore della Historia Naturalis, che conclude la descrizione di mille specie botaniche. Durante il Medioevo il patrimonio di conoscenze sulle erbe venne trasmesso attraverso l’opera assidua e silenziosa dei monaci nei conventi.
In quest’area di studio ho rinvenuto alcune essenze testimoni della scienza erboristica in uso presso la comunità monastica della Certosa di S. Nicola.

Le antiche e abbondantemente citate parole parole di Paracelso (1493-1541):
“Tutti i prati e i pascoli, le montagne e le colline sono farmacie” hanno mantenuto anche nel nostro tempo il loro significato.
È vero che la raccolta individuale e l’uso popolare di molte piante medicinali oggi si è ridotto a pochi rimedi casalinghi, ma per i medicinali prodotti industrialmente, con le possibilità di stabilizzazione e standardizzazione, molte droghe vegetali e i loro principi attivi hanno tutt’ora un ruolo importante. Solo in pochi casi è meno costoso produrre per via sintetica sostanze naturali attive invece di estrarle dalla pianta.

La percentuale di piante esaminate con metodi moderni è ancora molto bassa e il principio attivo di certe piante medicinali usate in antichità non è sufficientemente conosciuto.
Così anche nelle piante del nostro paese è ancora nascosto qualche tesoro medicinale, come continuano a dimostrare i risultati di nuove ricerche scientifiche.
Un intento della seguente trattazione è quello di tenere in considerazione le specie che in un modo o nell’altro hanno fatto parte della cultura erboristica locale, legata ad una antichissima tradizione.

Erbe e Piante Officinali Spontanee

Le specie di seguito trattate sono spontanee e sono state rinvenute esclusivamente tra le numerosissime specie vegetali
presenti tra i ruderi e nell’area limitrofa della Certosa di San Nicola.

È interessante evidenziare la così elevata quantità di specie officinali e medicinali localizzate su una superficie di soli 60’000 mq. Questa alta concentrazione di specie è dovuta al particolare habitat che si è venuto a creare grazie a diversi fattori favorevoli allo sviluppo e crescita delle piante, come ad esempio la protezione dell’insolazione e dal vento per le erbacee, e la presenza di elementi di sostegno per i rampicanti offerte dalle pareti in pietra dei ruderi.
Al di fuori dell’area in esame il numero delle specie di piante è decisamente inferiore per unità di superficie.

Agrimonia eupatoria
Agrimonia              Rosaceae
USI: come infusi contro l’inappetenza, i disturbi allo stomaco e della vescica. Serve anche per i gargarismi e per rimarginare piccole ferite. Purifica le pelli grasse nonché le epidermidi soggette ad eruzioni cutanee. Ha proprietà disinfettanti.

Anchusa offinalis
Buglossa              Borraginaceae
USI: in cosmetologia per maschere facciali emollienti. Calma il fastidio delle punture di insetti, le irritazioni cutanee, gli eczemi pruriginosi e netta i pori della pelle.
Caduta in disuso nella medicina popolare.

Arctium lappa
Bardana o Lappa              Compositeae
USI: le radici contengono poliacetileni chimicamente instabili, con proprietà battericide e fungicide.
Si usa in infuso o decotto per lavare i capelli (in caso di forte caduta e forfora), come lozione per il viso, per le eruzioni cutanee o secrezione eccessiva.
Si può anche aggiungere all’acqua del bagno nei casi di dermatonicosi localizzate e non.
La radice fresca è utile per maschere per il viso. L’infuso di bardana è consigliato ai diabetici e inoltre serve a regolarizzare la digestione e le funzioni intestinali.

Avena sativa
Avena               Graminaceae
USI: non è solo un ottimo foraggio per gli equini ma anche un ottimo alimento per l’uomo. Il tegumento delle cariossidi è ricca di vitamine B1, B2, B12.
Le cariossidi intere o macinate, note come fiocchi di avena, aggiunte all’acqua per il bagno hanno azione riposante, rilassante.

Borrago officinalis
Borragine               Borraginaceae
USI: diuretico, commestibile in insalate; in cosmetologia il succo è usato come antirritante, emolliente e purificante della pelle.

Matricaria chamomilla
Camomilla               Compositae
USI: proprietà antinfiammatorie, calmanti, purificanti, rigeneranti e curative.
In cosmetologia gli estratti sono usati per preparare saponi, latte detergenti, ectera. In pediatria è usata contro le coliche infantili.

Cynara cardunculus
Carciofo selvatico               Compositae
USI: curativo dei disturbi di origine biliare, epatica e della cistifellea.
Calma le coliche leggere ed è diuretico, grazie ad una sostanza amara ma gradevole, derivata dall’acido caffeico.
Uso in fitoterapia e cosmetologia. Il bocciolo floreale è edule.

Equisetum arvense
Equiseto               Equisetaceae
USI: rimineralizzante, purificante e rinvigorente della pelle, diuretico. Usato nella cura dei calcoli renali e anche tubercolosi.

Helleborus foetidus
Elleboro               Ranunculaceae
USI: proprietà cardiotoniche, da usare con cautela perché fortemente tossica.

Clematis vitalba
Clematide               Ranunculaceae
USI: i giovani germogli sono utilizzati in cucina previa cottura che ne attenua la tossicità.

Capparis spinosa
Cappero               Capparidaceae
USI: i boccioli fiorali raccolti e conservati per uso alimentare.

Rosa canica
Rosa canina               Rosaceae
USI: preparazioni erboristiche, proprietà aromatizzanti, digestive, astringenti ed anti-infiammatorie.
Dalla polpa si prepara marmellata. I ricettacoli fruttiferi sono ricchi di vitamina C.
La peluria che riveste i semi è irritante, tanto da essere usato come vermifugo.

Crataegus monogyna
Biancospino               Rosaceae
USI: estratti usati nella terapia di disturbi cardiaci, oltre che per vari usi officinali.

Colutea arborescens
Vescicaria               Leguminosae
USI: le foglie hanno azione purgativa se usate in infuso.

Spartium junceum
Ginestra               Leguminosae
USI: i rami per la loro flessibilità sono usati nelle pratiche orticole e agricole come legacci.
Già Plinio il Vecchio consigliava di piantarla presso i poderi aridi per questo uso.
Dai rami si ricavava una fibra tessile (come testimoniato dai reperti conservati nel Museo della Cultura Arbreshe di San Paolo Albanese, PZ).
La pianta contiene in tutte le sue parti vari alcaloidi che la rendono tossica, ma nel contempo dotata di proprietà medicamentose se usata con cautela.
Negli ultimi anni, vi è interesse di industrie automobilistiche, per lo sviluppo di un progetto che preveda l’uso delle fibre di ginestra,
come materia prima nella produzione di plastiche più ecologiche.

Pistacia lentiscus
Lentisco              Anacardiaceae
USI: incidendo il tronco si ottiene un essudato: “la mastica” che coagula in masserelle sferoidali, dall’odore e dal sapore balsamico.
Veniva masticata ed ingerita sotto forma di compresse per via delle sue proprietà astringenti ed espettorianti.

Cyclamen ederifolium
Ciclamino               Primulaceae
USI: anche se tossica a causa di una saponina che agisce a livello neurologico,
previa torrefazione che inattivava la saponina, i tuberi erano usati come alimento per suini.

Fraxinus ornus
Orniello               Oleaceae
USI: l’essudato che fuoriesce dalla corteccia incisa rapprendendosi all’aria,
costituiva la “manna”, dal sapore dolciastrio, usata nella preparazione di decotti e sciroppi purgativi.

Galium verum
Caglio               Rubiaceae
USI: un tempo usato come coagulante del latte (di cui il nome) grazie ad un enzima: la fitochinasi.
Usato in fitoterapia, ha effetto diuretico e disinfettante.

Dipsacum fullonum
Cardo dei lanaioli               Dipsacaceae
USI: utilizzato dai lanaioli così a lungo che da tale pianta è derivato il termine “cardare la lana”.
Le sommità recanti le infiorescenze, una volta secche venivano usate a tale scopo.

Helicrysum italicum
Elicriso               Compositae
USI: proprietà farmacologiche grazie a diversi principi attivi, i cui effetti terapeutici erano in parte noti già all’epoca greco-romana.

Inula viscosa
Enula               Compositae
USI: cicatrizzante ed astringente.

Ranunculus ficaria
Favagello               Ranunculaceae
USI: velenoso per la presenza della protoanemonina, perde però l’azione tossica con l’essiccazione o la bollitura.
In omeopatia è usato per la cura delle emorroidi ed eczemi. I piccoli tuberi contengono amido e previa bollitura sono commestibili.

Thalictrum flavum
Tallitro giallo               Ranunculaceae
USI: è una pianta tossica per il bestiame, sebbene le foglie siano utilmente adoperate dall’uomo come purgante.

Vinca major
Pervinca maggiore               Apocinaceae
USI: contiene indolo-alcaloidi che in dosi terapeutiche hanno particolari proprietà medicinali.
Può abbassare la pressione arteriosa, curare alcuni disturbi cerebrali.

Conium maculatum
Cicuta               Umbelliferae
USI: contiene alcaloidi piperidinici come la coniina ed altri. Era utilizzata nelle preparazioni galeniche in piccolissime dosi per alleviare dolori di vario tipo.
Nell’antichità è stata usata per l’esecuzione di pene capitali: Socrate fu condannato a bere una pozione contenente cicuta.
Oggi invece nella medicina veterinaria popolare la cicuta è l’unico rimedio efficace contro la mastrite, una grave malattia che può colpire animali da latte.

Euonymus europeus
Fusaggine o berretta di prete               Celastraceae
USI: contiene alcaloidi peptidici e sesquiterpenici dal sapore amaro, la cui natura chimica è ancora poco conosciuta.
Contiene glicosidi e triacetato di glicerina, un potente catartico. Una volta i semi ridotti in polvere erano usati per combattere i pidocchi e la scabbia.

Lactuca virosa
Lattuga velenosa               Ranunculaceae
USI: il lattice contenuto nelle foglie è ancora venduto dai farmacisti come lattucario.
In passato questo era usato come narcotico per provocare il sonno o per alleviare i casi di tosse convulsa.
Miscelato ad estratto di giusquiamo e cicuta, trovava impiego come anestetico in chirurgia. Era usato anche come succedaneo degli oppiacei.

Erytraca centaurium
Centaurea minore               Genzianaceae
USI: il nome deriva dal centauro Chirone che secondo la leggenda curava le ferite con questa pianta. Infatti ha proprietà cicatrizzanti e disinfettanti.
Le sommità fiorite sono amaro-toniche-stomachiche, antinfiammatorie, antispasmodiche, aperitive, carminative e colagoghe.

Stellaria media
Centocchio              Cariofillaceae
USI: ha proprietà antiemorragiche, astringenti, diaforetiche, diuretiche, galattogoche, remineralizzanti, toniche e vulnerarie.
Le foglie tenere sono commestibili cotte o in insalata, anche se si consiglia di consumarne in quantità moderate in quanto contengono saponine.

Cichorium intybus
Cicoria              Compositeae
USI: ha proprietà aperitive, colagoghe, coleretiche, depurative, digestive, diuretiche, lassative e toniche. Si usa come decotto, sciroppo, etc.
Sono utilizzate anche le radici che risultano rinfrescanti ed ammorbidenti per le pelli arrossate.

Leopoldia camosa
Cipollina selvatica              Liliaceae
USI: ha proprietà astringenti, diuretiche, emollienti e rinfrescanti. I bulbi, oltre ad essere commestibili in frittate o come sottaceto, nella medicina popolare venivano applicati laddove era necessario favorire la fuoriuscita di spine o schegge sottocutanee.

Nasturtium officinalis
Crescione              Cruciferae
USI: è usata fresca tutta la parte aerea della pianta, avente proprietà antiscorbutiche, depurative, detergenti, diuretiche, espettoranti, rubefacenti, stimolanti, toniche e vitaminizzanti.
Il succo è utile contro la caduta dei capelli, ed unito all’alcool è un ottimo disinfettante delle pelli acneiche ed attenua le efelidi.
Ottimo nelle insalate per la ricchezza di vitamine e sali minerali.

Sonchus arvensis
Crespino              Compositae
USI: si usano le foglie e le radici in insalate e lessate; ha proprietà colagoghe, depurative, digestive, diuretiche, ipoglicemizzanti, lassative.
Le giovani piante sono usate in cucina sia cotte che crude in vari modi. Le radici mature torrefatte e macinate servono a preparare una bevanda sostitutiva del caffè.

Epilobio angustifolium
Epilobio              Enoteraceae
USI: vengono utilizzate la radice, i fiori e le foglie che hanno proprietà antinfammatorie, astringenti ed emolliente. I giovani germogli sono commestibili sia cotti che crudi
ed anche il midollo dei fusti può essere mangiato in insalate.

Malva silvestris
Malva              Malvaceae
USI: è usata tutta la pinata dai fiori alle radici. Ha proprietà antinfiammatorie, bechiche (allevia la tosse),
calmanti, diuretiche, emollienti, lassative, pettorali, rinfrescanti e sedative.
Le giovani foglie possono essere cucinate come gli spinaci o in minestroni.

Bellis perennis
Margherita              Compositae
USI: sono usate le parti aeree che svolgono azioni antinfiammatoria, astringente, calmante, depurativa, diaforetica (favorisce la sudorazione),
espettorante, lassativa, rinfrescante, cicatrizzante e tonica. Le giovani foglie sono commestibili crude o in zuppe.

Melissa officinalis
Melissa              Labiatae
USI: si usano solo le foglie e le sommità fiorite che hanno proprietà antispasmodiche (rilassa la muscolatura eliminando spasmi, contratture, crampi e convulsioni),
antisteriche, aromatiche, calmanti (contro le punture di insetti, nevralgie e dolori reumatici), carminative, cicatrizzanti, colagoghe (stimola la contrazione della cistifellea favorendo lo svuotamento della bile in essa contenuta, nel duodeno), cleretiche, diaforetiche, digestivo, eccitante, eccitanti, emmenagoghe, sedative, stimolanti, stomachiche e toniche.
In cucina conferisce un aroma simile al limone.

Mentha gentile
Menta              Labiatae
USI: si usano le foglie e le estremità fiorite che hanno proprietà analgesiche (attenuare il dolore), antisettiche (impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi), antispasmodiche, carminative, digestive, eupeptiche (digerire e al contempo stimolare l’appetito), stomachiche, stimolanti e toniche (rigenerante per l’organismo e per il tono muscolare).
Molteplici sono gli usi in cucina e come ottima bevanda.

Origanum vulgare
Origano              Labiatae
USI: anche di questa pianta se ne usano le foglie e le estremità fiorite che hanno proprietà antalgiche (alleviare il dolore), antispasmodiche, bechiche, carminative, digestive, eccitanti, emmenagoghe, espettoranti, eupeptiche, parassiticide, purgative, stimolanti, sudorifere e toniche.
Nella cucina locale è molto usato come aromatizzante per gli arrosti e le pizze.

Urtica dioica
Ortica              Urticacae
USI: Si usa sia la parte aerea della pianta (anche in cucina), sia la radice.
Ha proprietà antireumatiche, antitermiche, astringenti, depurative, digestive, diuretiche, emopoietiche, emostatiche,
epatoprotettrici, galattogoghe, ipoglicemizzanti, ipotensive, nutritive, revulsive, remineralizzanti, stimolanti e toniche.
Le radici in particolare sono anche antiforfora e antiseborroiche.

Lamium album
Ortica bianca              Labiatae
USI: tutta la pianta è antiemorragica. Le foglie e i fiori sono vulnerari, depurativi ed astringenti.

Papaver rhoeas
Papavero              Papaveracae
USI: si usano le foglie, i semi ed i petali. Tutte le parti sono bechiche, calmanti, diaforetiche, decongestionanti,
espettoranti, leggermente narcotiche, blandamente sonnifere (usato in passato per i bambini).
I petali dei fiori sono ammorbidenti per la pelle e sono usati anche come coloranti per sciroppi e per bevande.
Le giovani piante sono ottime in cucina.

Parietaria officinalis
Parietaria              Urticaceae
USI: si utilizzano le foglie e le parti aeree. Ha virtù emollienti, diuretiche e pettorali. Le parti più tenere, dopo averle lessate, sono ottime in cucina.

Pastinaca sativa
Pastinaca              Umbelliferae
USI: si usano le sommità fiorite e le foglie in medicina popolare e le radici in cucina. Ha proprietà aperitive, colagoghe, diuretiche, febbrifughe.
Le radici sono ricche di zuccheri e proteine.

Plantago maior
Plantago o piantaggine              Plantaginaceae
USI: si usa tutta la pianta dalle radici ai semi. Le foglie sono un ottimo ingrediente per zuppe e minestre purché raccolte tenere.
Per altre utilizzazioni la piantaggine ha proprietà anticatarrali, antidiarroiche, antiemorragiche, antinfiammatorie, astringenti, depurative, digestive, diuretiche, emostatiche, emollienti, espettoranti, lassative, lenitive, rinfrescanti, toniche e vulnerarie.

Poterium sanguisorba
Pimpinella              Rosaceae
USI: è usata tutta la pianta, con proprietà astringenti, carminative, galattofore, emostatiche e vulnerarie.

Pulminaria officinalis
Polmonaria              Borraginaceae
USI: si usano solo le parti fiorite e le foglie che hanno proprietà emollienti, sudorifere, pettorali, astringenti, espettoranti e vulnerarie. In cucina le foglie sono usate poiché ricche di vitamina A e C e si usano come la comune borragine.

Portulaca oleracea
Portulaca              Portulacaceae
USI: si usano le parti aeree, in cucina sono ottime in insalate, ricche di vitamine B e C, oppure lessate ed unite a minestre. Ha proprietà antiscorbutiche, depurative, diuretiche, rinfrescanti e vermifughe.

Prunus spinosa
Prugnolo              Rosaceae
USI: viene utilizzata la corteccia, le foglie, i fiori e i frutti. Questi ultimi sono usati per preparare i liquori o marmellate. La corteccia ha proprietà febbrifughe, diuretiche ed astringenti. Le foglie sono sedative e dissetanti. I fiori sono depurativi, diuretici, lassativi, tonico-stomachici e vermifughi. I frutti hanno anche proprietà antidissenteriche ed astringenti.

Ruscus aculeatus
Pungitopo              Liliaceae
USI: si usano il rizoma ed i germogli primaverili. Il rizoma è diuretico, aperitivo, protettore vasale (contro le varici alle gambe).
I giovani germogli sono ricercati ed usati come gli asparagi.

Rubus fruticosus
Rovo              Rosaceae
USI: oltre al comune uso dei frutti, si usano anche le foglie, i giovani germogli e le radici.
Ha proprietà astringenti, depurative, diuretiche, toniche, espettoranti, antiscorbutiche, vitaminiche.

Sambucus nigra
Sambuco              Caprifoliaceae
USI: la corteccia è antidematosa, diuretica e lassativa. Le foglie sono digestive, diuretiche e lassative. I fiori sono diaforetici, emollienti, galattologhi, rinfrescanti e pettorali; con essi si possono preparare gustose frittelle. I frutti sono antinevralgici, depurativi, diuretici, lassativi, oltre che essere usati anche per preparare marmellate, sciroppi ed altro, purché perfettamente maturi.