Nel periodo medioevale in Italia la grande maggioranza dei terreni pianeggianti e fertili era ormai già stata destinata all’uso agricolo.

Restavano disponibili solo le aree paludose, che però necessitavano di bonifica (cosa che venne perlopiù effettuata nel XX secolo), e le cime dell’Appennino, destinate ai pascoli (Pratesi 2001).
In questo contesto i monaci divennero dei veri e propri colonizzatori: essi infatti si spostavano sempre più all’interno e sempre più in zone montuose, alla continua ricerca di territori liberi dove edificare i propri monasteri, dove vivere in tranquillità e meditazione, e dove praticare pascolo ed agricoltura.
Basti pensare all’eremo dei Camaldoli in Toscana, edificato nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano a ben 1808 m slm.

All’avanzata dell’uomo nulla poterono i boschi millenari di vetuste roverelle, cerri, farnetti, frassini, ornielli, olmi, carpini, pioppi neri e bianchi ed altre specie ancora.

Questi furono facilmente abbattuti per fare spazio all’agricoltura ed ai pascoli. Tra tutte le specie arboree l’unica ad essere stata in parte risparmiata, seppur relativamente, è stata la roverella. Quest’albero veniva quasi protetto per salvaguardare la produzione di ghiande, appetibili ai numerosi maiali allevati ed ingrassati presso ogni famiglia. Questa modalità di allevamento è stata usata lungo l’Appennino fino a qualche decennio fa.

Ogni altro albero che riuscisse a sfuggire a mandrie e greggi di erbivori perennemente affamati veniva comunque considerato dall’uomo come qualcosa di utile solo come combustibile o come foraggio.

Gli alberi venivano infatti potati secondo la tecnica dello “sgamollo”, che consisteva nel tagliare tutti i rami secondari e lasciare integra solo una piccola porzione di chioma sommitale, la parte che avrebbe assicurato la riproduzione dell’albero.

Allo stesso modo i vari tipi di arbusti (corniolo, erica, biancospino, ginestra e sanguinello), tagliati e ridotti in fascine, erano un ottimo combustibile a basso costo per alimentare le fornaci per la cottura dei manufatti in argilla e delle pietre calcaree.