Del Professor Giulio Fittipaldi
È un meraviglioso percorso lungo circa 4 km e si snoda su un’area di 8 ettari.
Lungo tale sentiero si incontrano associazioni vegetazionali spontanee e coltivate, sia arboree sia arbustive sia erbacee.
Le specie coltivate sono spesso insolite e sconosciute al di fuori degli ambienti scientifici, come ad es. la Quercia del Libano (Quercus libanii), l’Albero delle Torte (Cercidiphyllum sinensis), il Pino di Banks (Pinus banksiana), Cipresso del Cashmere (Cupressus cashmeriana), Nespolo giapponese d’autunno, (Eriobotrya deflexa), e molte altre.
Vi è inoltre un’ampia sezione dedicata alla conservazione del germoplasma.
Questo progetto, che ho iniziato nel 1989, prevede la coltivazione e moltiplicazione di antiche varietà di alberi da frutto in grave pericolo di estinzione.
La collezione botanica che si incontra percorrendo il sentiero è stata da me iniziata intorno al 1985, ed è nata prima come semplice passione per gli alberi in generale e poi come interesse per gli alberi stessi per motivi di carattere professionale e didattico-divulgativo.
È stato grazie ad un clima mediterraneo, ad una estrema eterogeneità dei suoli presenti in quest’area che si siano potute far attecchire e quindi crescere una grande varietà di alberi e piante provenienti da fasce climatiche molto diverse, si va ad esempio dalla Sequoia e dall’Auracaria alla Zelkova, dalla Casuarina alla Palma da Datteri.
Questo Giardino Botanico è stato ideato e realizzato rispettando la morfologia e le caratteritiche del suolo, senza alterare né disturbare le essenze arboree autoctone.
Le nuove specie sono state inserite laddove i terreni presentavano valori nutrizionali e di pH più idonei per la crescita di ogni singola specie.
Armonia fra tipi di albero e paesaggio.
Ho preferito evitare le solite collezioni botaniche elaborate con criteri classistici e monotoni, raggruppate per meri ordini o famiglie. Ho voluto invece sperimentare una ricca raccolta di specie, inserite nel contesto preesistente, con maggiore rispetto per le esigenze di ogni singolo albero, armonizzando il tutto il più possibile con il paesaggio circostante.
Lungo tutto il percorso si alternano specie molto rare nelle collezioni europee come il Noce a foglia di Alianto (Junglas ailantifolia), il Pino Bungeana (Pinus bungeana), il Corniolo Cinese (Cornua sinensis), il Noce della Manciuria (Junglas microcarpa), o il singolare ibrido tra Biancospino e Nespolo (X Crataegomespilus grandiflor), frammiste alla collezione degli alberi degli alberi da frutto delle antiche varietà locali. Nella zona umida intorno allo stagno, assieme alle specie acquatiche autoctone, si trovano diversi esemplari di Cipresso Calvo Americano (Taxodium distichum) e Cipresso Calvo Messicano (Taxodium mucronatum), Cipresso calvo ascendente (Taxodium ascendens) le sole tre specie di Cipresso Calvo esistenti al mondo.
Accanto a questi si trovano una varietà abbastanza rara di Pioppo Bianco Cipressino (Populus alba var. pyramidalis) ed un Pioppo Cinese anch’esso colonnare (Populus simonii var. fastigata).
Sempre in quest’area troviamo l’Acero da Zucchero (Acer saccharinum) e l’Acero Rosso Canadese (Acer rubrum), il Noce dei fiumi del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia), il Noce Pecan (Carya illinoiensis), il Noce a Foglia di Alianto (Juglas ailantifolia).
Una delle tante specie davvero unica e rara, perfino nelle collezioni degli altri Orti Botanici, è l’Ontano Ibrido (Alnus x Spaethii) ottenuto da un botanico tedesco a Berlino nel XIX secolo, e una rara conifera del Sudafrica (Afrocarpus gracilior).
Spostandoci sui suoli umiferi, tra le conifere meno conosciute troviamo l’Abete Giapponese (Abies homolepis), la Tujopsis (Tujopsis dolabrata), il Ginepro della Virginia (Juniperus virginiana), il Ginepro cinese (Juniperus chinensis), il Cephalotaxus (Cephalotaxus harringtonia), il Podocarpo Himalayano (Podocarpus nerifolia).
Specie particolari sono il Corbezzolo delle Isole Canarie (Arbutus canariensis) e l’Albero del Pepe Rosso (Schinus molle).